19ª tappa Juli-Puno 82 km tra balli e musica..

La tappa per arrivare a Puno probabilmente non la scorderemo mai.

Una delle più divertenti ed interessanti di tutte.

Le gambe giravano alla grande e, nonostante qualche saliscendi impegnativo, andavamo fortissimo.

Adesso posso dire la verità, Filippo lo scoprirà leggendo, come avevo scritto nella tappa precedente sentivo la bicicletta pesante, pesantissima, così essendo io l’addetta alla preparazione delle borse, con un’abile mossa da gioco delle tre carte ho imbrogliato. Ho tolto e rimesso, tolto e rimesso, senza che Filippo si accorgesse di niente, togliendo almeno 4 kg dalle mie borse per smistarli nelle sue. Non si fa. Lo so. Lo so.

Filavo come un treno!! Durante tutto il tragitto Filippo mi ripeteva: “oggi vai alla grande”. Soddisfazione immensa. Disonesta ma soddisfatta e gratificata dal risultato.

Che poi tanto, detto tra noi, a lui non cambia niente! Non si è accorto di nulla mentre per me è stato importante. Siamo arrivati in un battibaleno. Tutto sommato l’ho fatto per il bene di tutti e due 😂

Scherzi a parte.

Siamo partiti con il sole da Juli e, solo per questo, la giornata è cominciata con il piede giusto.

Strada strepitosa, una vera e propria campagna lungo il lago Titicaca.

Una miriade di paesini e di villaggi rurali pieni di gente, pieni di feste e di musica.

Le persone vestite a festa ci salutavano incuriosite e divertite dal nostro pedalare, i bambini ci salutavano e signore ingonnellate, se ci fermavamo, ci tempestavano di domande curiose riguardo al nostro tragitto e riguardo la fatica di pedalare per così tanti chilometri.

I peruviani sono davvero allegri e simpatici.

I peruviani..in questi giorni in cui abbiamo visto diverse usanze e costumi, ci siamo chiesti: ma chi si sono i peruviani?

Quando parliamo di peruviani in realtà includiamo una miriade di civiltà diverse che si sono succedute, che si sono incrociate convivendo pacificamente oppure che si sono annientate tra loro.

Le più conosciute e presenti in queste zone intorno a Puno sono gli Aymara, i Quechua e gli Uros ma ce ne sono molte altre.

Ci siamo chiesti: ma gli Inca? che relazione c’è con gli Inca!?

Tutti noi quando pensiamo al Sud America pensiamo agli Inca, ecco..dove e come li colloco esattamente? Tutte queste tribù come si sono intersecate con gli Inca?

Non si può parlare del Perù senza nominarli, riguardo a loro abbiamo testimonianze visibili quali resti archeologici, architettonici e tanto altro come i tessuti dai colori sgargianti ed anche molti aspetti tipici dell’organizzazione sociale delle varie tribù.

Hanno influenzato tutte le tribù che tutt’oggi vivono questa terra eppure sono scomparsi, leggendo un pò di storia abbiamo scoperto che non erano neanche i più numerosi ma ciò che li ha resi grandi è stata la loro organizzazione sociale.

Erano i più organizzati, i più rigorosi, i più aggressivi verso il nemico ed i più preparati militarmente. Questo gli ha permesso di espandersi velocemente e conquistare molte terre ma non lo ha salvati dagli spagnoli che li hanno sterminati quasi totalmente.

Quindi, ricapitolando, i peruviani sono il risultato di tante civiltà, tante strutture sociali e culturali diverse non facilmente definibili. A grandi linee possiamo differenziarli tra: indigeni, appartenenti alle varie tribù, che non si sono mai incrociati tra loro; mestizos (meticci), coloro che si sono incrociati tra indigeni e spagnoli; creoli, figli degli spagnoli conquistadores nati in Sud America.

Ognuno di queste tipologie di peruviano è tutt’oggi molto, molto e ancora molto attaccata alle proprie origini e quale momento, se non una celebrazione nazionale o locale, religiosa o non religiosa, può essere migliore per mostrarle?

Durante questa tappa ne abbiamo viste di tutti i tipi, è stato un tripudio di tutto ciò, indimenticabile. Abbiamo cercato di godere di ogni singolo evento che capitasse intorno a noi ed il più esaltante è stato a pochi km dall’arrivo.

Una banda composta da molti elementi, tra flauti e tamburi, dettava il ritmo di una folla enorme di persone.

Uomini e donne vestiti a festa.

Tutti in movimento intorno ad un eucalipto altissimo. Un movimento cadenzato, ritmato, sempre lo stesso, prima in un verso e poi dopo qualche giro nel senso opposto. Ipnotico. Talmente semplice da sembrare complesso.

Gonne che giravano senza sosta. Colori sfavillanti che si alternavano in maniera repentina catturando lo sguardo e senza mollarlo più.

Lo ammetto ho un debole per queste donne, non certo piacenti, ma così..così..peruviane!

Sono abbaglianti, sono ammalianti, con quei gonneloni così goffi da sembrare perfetti su di loro, i loro cappellini tradizionali e quei pon pon colorati che girano tra le mani a ritmo di danza, sono uno spettacolo.

E poi ridono, ridono e nonostante l’età, per molte avanzata, millantano una malizia simpatica e genuina che non può non catturare.

Potrei stare ore a fotografarle e guardarle mentre volteggiano nelle loro danze che, dopo pochi minuti, diventano come un mantra, ripetitivo, sempre uguale che ti trascina in uno stato di ipnosi.

Stavamo per finire nel circolo danzante ma ci siamo fermati per non mancare di rispetto in nessun modo alla loro tradizione, nonostante qualcuno abbia provato ad invitarci, ci è sembrato giusto osservare senza intrometterci.

Siamo andati via poco prima che abbattessero l’albero, la tradizione vuole che si attacchino all’albero dei doni, alla fine dei balli l’albero viene abbattuto (poi ripiantato per l’anno successivo) cosicché tutti si possano fiondare a prenderli, una specie di albero della cuccagna.

Non abbiamo aspettato l’abbattimento dell’albero, eravamo troppo curiosi di arrivare a Puno. Quando da lontano l’abbiamo intravista abbiamo pedalato ancora più forte, meravigliosa.

Puno si estende su varie colline rocciose che salgono a picco sulle sponde del lago Titicaca. Una città grande, molto estesa, prima di arrivare all’ostello prescelto ci siamo goduti le strade periferiche piene di vita e quando siamo arrivati nella piazza principale siamo rimasti abbagliati dalla Chiesa principale, in stile Barocco, che dominava strade brulicanti di persone.

Così, eccoci ad oggi, una giornata da turisti a Puno ci è sembrato d’obbligo. Tante cose da fare e da vedere. Ci siamo goduti qualche mate e qualche caffe in giro per le strade del centro, qualche trucha grigliata e ci siamo diretti a visitare i famosi villaggi galleggianti.

Si tratta di villaggi costruiti con la totora, una piccola canna, la intrecciano e la fissano con le sue stesse radici argillose. Grossi blocchi di radici con sopra un alto strato di canne intrecciate. Piattaforme enormi che ospitano fino a 2000 abitanti suddivise in piccoli gruppi, ognuno con il proprio “capo”. Abbiamo seguito uno dei capi, tale Mario, che in maniera simpatica ci ha fatto capire come sia nato il nome “Titikaka” , dal dialetto Aymara che vuol dire puma di pietra (la forma del lago ricorda quella di un puma) e come la comunità “galleggiante” stia sopravvivendo ormai soltanto con il turismo.

Un pò troppo “turistica” come visita, per i nostri gusti, ma molto interessante.

Mario ci ha raccontato varie cose su come le generazioni passate vivessero lontane dalla costa per essere più sicure, sostenendosi solo con la pesca oppure, ancora, ci ha spiegato come si seppellivano gli antenati tra le radici galleggianti e come si “eliminavano” ,dal blocco galleggiante centrale, le parti su cui poggiavano le capanne dei fannulloni, è stato interessante.

Ci sono dei musei a Puno, credo interessanti, ma non siamo ancora riusciti ad entrare in nessuno, son sempre tutti chiusi, perciò ci siamo goduti la città, abbiamo girellato in lungo e largo, con la solita curiosità di sempre, Puno è davvero interessante. Ha un fascino tutto peruviano che ci piace, ci piace perecchio!

Ci stiamo avvicinando sempre più a Cusco e queste ultime tappe vogliamo godercele al massimo. Domani ci dirigeremo verso un posto che si chiama Lampa, ci aspetta un pò di strada sterrata…le borse le preparerò io..😄👍🏻

Mentre qui sorseggiamo un buon mate di foglie di coca post cena voi siete nella fase rem..perciò..

Buenas noches

Claudia y Felipe

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