Cullati da Penang …

Un po’ di ‘vera città’.
Due giorni bellissimi in una città davvero affascinante. Tutte le guide ne parlano con entusiasmo ed hanno ragione. Abbiamo avuto una grande fortuna nel trovare un posto per dormire che racchiude in sé le caratteristiche della città. Stile coloniale, porte intagliate, grandi spazi, mobili antichi, bauli, casseforti, macchine da scrivere, un accumulo di mobili che sono messi a caso di primo acchito ma dopo poco risultano in perfetto ordine, un loro ordine speciale. Persone che ci lavorano sorridenti, accoglienti ed un grande tavolo sul quale si trova il necessario per bere e mangiare come e quando si desidera. Musica in sottofondo e tanti viaggiatori da ogni parte del mondo, ognuno con la sua storia e con il suo zaino pieno di racconti ed esperienze ma sopratutto tanta, tanta voglia di condividere.
Stamani ci siamo alzati, la luce entrava dalle fessure delle finestre industriali della nostra stanza, il ventilatore puntato, e lo scricchiolio del legno al passaggio di qualche altro viaggiatore. Ci siamo diretti verso la cucina ed abbiamo trovato due simpatici serbi, mamma e figlio, viaggiano e lavorano a Bali. Poi è arrivato Stanley, un canadese di 80 anni che ha girato il mondo negli anni 60 in moto, Africa, Asia, America del sud e del nord, Alaska e chi più ne ha piu ne metta. Dopo poco è arrivata una famiglia con Leon,il dolcissimo bambino dagli occhi blu ed il caschetto biondo ed una ragazza inglese in viaggio da mesi.
Non so bene a che punto siamo diventati un tutt’uno e le lancette hanno scorso senza che nessuno realizzasse a che velocità. Le voci non si sono mai accavallate e le esperienze, le domande, le curiosità, le emozioni sono state assorbite con attenzione e con passione da tutti. Fantastico. Dopo un’ora ci siamo accorti che i programmi di tutti erano slittati con una spensieratezza davvero piacevole.


Ecco questa cittá è stata questo. Uno scambio continuo, ci siamo immersi nell’atmosfera coloniale, cinese, indiana, malese,musulmana, buddista, indù tutto insieme! Abbiamo passato quartieri in cui echeggiava la musica Indy per poi sentire il Muezzin forte e chiaro.
Qui tutti convivono in un equilibrio perfetto.
Una bella cittá. Abbiamo preso le bici e ci siamo diretti alla collina dell’isola, si raggiunge con una funicolare ed il panorama è spettacolare. La cittá sembra ancora più imponente vista dall’alto anche se scompaiono le centinaia di case coloniali che si susseguono nei viali alberati e che appaiono all’improvviso come gioielli preservati nell penombra di moderni e sontuosi palazzoni.
Abbiamo visitato il Museo e poi ci siamo immersi nel verde dei giardini botanici. Palme, alberi secolari, ficus, fiori, jungla, serre con orchidee di ogni tipo e chioschi in qua e lá dove riposare. Il parco è aperto 24 ore su 24, le persone qui fanno sport la notte per il caldo afoso del giorno, se penso che i nostri parchi, pinete o cascine diventano off limits al calar del sole…lasciamo perdere..
Ci siamo fatti cullare, ecco si, cullati da Penang è il termine giusto.
Siamo tornati in hotel per una doccia, ce ne vorrebbe una ogni mezz’ora, qualche chiacchiera e poi in sella alle nostre bici ci siamo diretti a Little India e ci siamo persi..
Un urlio, un casino, musica, fumo da pentoloni e piastre con intorno indiani sudati intenti a servire tutti rapidamente e professionalmente.
Ci siamo avvicinati e con dei burberi sorrisi ci hanno detto: sedetevi e ci pensiamo noi.
Zitti e buoni siamo stati invitati a sederci da una coppia di malesi musulmani.
Hanno cominciato con le domande, prima timidi poi spavaldi per finire a fare selfie e scambiarci gli indirizzi. Siamo stati almeno due ore con loro, ci siamo raccontati, li abbiamo ascoltati. Ci hanno mostrato la famiglia con foto zeppe di nipoti, ne hanno 10 e ci siamo fatti cullare anche da loro. Tra ricette, curiosità, e con del pollo al curry fumante davanti abbiamo passato una bellissima serata.
Lei era magnetica. Una chiacchierona..per chi mi conosce..sa che ho tenuto testa.
Mi piaceva come muoveva la testa, come sorrideva, e come interpellava il marito quando cercava conferme nelle informazioni che ci voleva dare. Poi lui, magro e silenzioso all’inizio e poi divertente ed ironico fino a mostrarci video dei nipoti con il tipico orgoglio da nonno. Ci siamo salutati ed abbiamo scoperto che ci avevano già pagato la cena..siamo stati ospitati al loro tavolo e come tradizione musulmana, l’ospite è sacro. Lo hanno fatto con eleganza, con sincera bontà e siamo stati onorati di essere stati loro ospiti. Ci siamo diretti a comprare del curry dove lei ci ha suggerito e siamo tornati in hotel.


Ci dispiace lasciare questa città. Ci dispiace lasciare questi viaggiatori che tanto hanno da condividere. Stanley! Il nostro idolo, è seduto qui dietro di noi, oggi festeggia 80 anni…ecco ce ne andiamo via con la sua storia stampata in mente e con la sua voglia di vivere e di esplorare. Con la sua grinta e con il suo sorriso da ottantenne brillante, atletico, simpatico..di quelli che si trovano raramente.
Domani saremo in sella e ci dirigeremo lungo la costa ma se avessimo potuto, saremmo rimasti di più.

George Town ha lasciato un bel segno..sará un ricordo emozionante.
Claudia e Filippo

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...