La Ngu – Satun – Langkawi 60 km Malesya sia!

Dopo la lunga chiacchierata ed un buon caffè siamo andati a dormire febbricitanti per la voglia di passare un altro confine anzi di ‘sbarcare’ in Malesia.
Siamo partiti a razzo per lasciare definitivamente la Thailandia. Ci dispiace un pò lasciarla e non per le isole spettacolari solamente, per un insieme di cose. Prima fra tutti la simpatia dei tailandesi, sempre sorridenti, sempre gentili, pazienti, ospitali non abbiamo mai avuto una minima difficoltà e nessuno ha provato a ‘fregarci’ in alcun modo. Abbiamo pedalato per più di 1.000 km tra terra ferma ed isole e l’unico rammarico é quello di non aver visto la Thailandia del nord-ovest.
E poi Bangkok..con le sue luci, la sua confusione, le cibarie di ogni genere, i suoi Wat che disegnano profili intriganti al tramonto, i suoi palazzi, i suoi viali fioriti, indimenticabile. Le isole tropicali con distese di jungla verde ammaliante e le spiagge palmate con acque smeraldo. I suoi fondali ricchi di coralli e pesci di ogni tipo. I suoi curry ed i suoi cocchi serviti in ogni modo possibile. I suoi frutti succosi. Le sue musiche etniche. Il cibo da strada. Le distese di piantagioni. Bellissima, la Thailandia ha davvero fatto breccia nei nostri cuori. Porteremo via ogni singolo momento, sapore e brusio di questo paese.
Dopo 60 km siamo arrivati ad un porto, pronti a varcare un confine diverso dal solito, su un’isola. Abbiamo cambiato i bat per ottenere i ringit. La nostra nuova moneta.
Ci avevano detto che la Thailandia è la piu economica ma la prima cena malesiana ci è costata 10 euro in due con due birre incluse, oggi abbiamo pranzato con 5 euro..ci piacciono molto questi ringit!! 😜
Tornando al traghetto. Siamo attraccati alla famosa isola di Langkawi, isola Malesiana con ufficio immigrazione e dogana. Malesya sia!
Come ci aspettavamo la differenza è netta.
Quasi tutti parlano inglese, il paese è prevalentemente musulmano ed essendo un’isola turistica di autentico c’è ben poco se non qualche Moschea.
Appena scesi dalla barca ci siamo diretti alla zona ovest dell’isola. Una stracannata pazzesca, un sali scendi non indifferente per 20 km. Tutti i posti più economici erano pieni ma alla fine signori e signore abbiamo trovato la soluzione perfetta: Tstar cottage. Un nuovo concetto, dormiamo in una voliera 😀 Fa ridere l’idea ma adesso ve la spiego meglio. Non immaginatevi una gabbia con uccellini rumorosi e cacche che piovono da dover scansare. Immaginatevi piuttosto un rigoglioso eden.
Per entrare passiamo da una reception in legno, oltrepassiamo un vialetto tenuto alla perfezione con ai lati bungalow molto carini. La ragazza che ci mostra la “camera” ci guida all’interno di una rete e scopriamo la voliera. Una rete copre un giardino enorme, ricoperto di vegetazione e fiori nel quale hanno posizionato tende di 20 mq verde chiaro, perfettamente integrate e fatte a zanzariera. I bagni sono l’unica pecca ovvero sono sebach in comune, ma hanno la doccia e sono tenuti con rigore. Insomma, per farla breve, di uccellini pochi, poche zanzare, e la sensazione di dormire in un giardino botanico strepitoso. La mattina, sopratutto, con i rumori del giardino sembra di essere in un sogno e tutto questo alla modica cifra di 7 euro a notte.
A noi questo nuovo concetto sembra una gran trovata!


Abbiamo deciso di stare un giorno intero su quest’isola che sembra spettacolare di primo acchito ma che, girandola tutta, infondo non è troppo autentica. Ci siamo addirittura dovuti prodigare ad entrare di nascosto in hotel di lusso per riuscire a vedere baie con accesso privato. Ingiustizia assoluta. Però è stato divertente.
Dalla strada principale avevamo provato ad accedere ma le guardie ci hanno fermato e spiegato l’inaccessibilità. Potevamo tornare indietro!? No.
La prima baia ci ha visto sgattaiolare nella jungla che separa la strada dalla spiaggia, ci ha visto passare dalle case dello staff in cui abbiamo passeggiato fingendo di esserci persi, ci hanno visto ed abbiamo detto: “ci siamo persi”, credo fosse l’abbigliamento ad attirare l’attenzione in effetti in un hotel che chiede 1.140 euro a notte non si aggirano in molti nelle case dello staff con parei stropicciati messi a gonna e macchina fotografica alla mano. Le loro facce giustamente erano titubanti ma ci hanno creduto mentre ci hanno creduto meno in spiaggia. In questo caso credo che sia stato il distendersi sul telo e non sulle sdraio, gli unici in tutta la baia, sì credo sia stato anche questo ad aver attirato le guardie alle quali abbiamo spiegato con molta calma che eravamo dell’hotel accanto. Per finire, é stato bello entrare nell’hotel accanto (ormai dovevamo reggere la parte perchè le guardie ci seguivano a distanza) e far finta di essere clienti buttandoci in piscina 😂😂 Per non parlare di quanto fossero belle le facce delle guardie che ci avevano impedito l’accesso sulla strada e che ci hanno visto passare dopo poco su un furgone frigo, che riforniva gli hotel, che ci ha dato un passaggio da dentro l’hotel alla strada principale dove avevamo abbandonato il motorino prima di addentrarci nella jungla.
Forse abbiamo esagerato ma ci siamo divertiti e facendo così abbiamo visto le due spiagge piu belle dell’isola altrimenti non accessibili.
Quindi eccoci qua, in tenda, le cicale al massimo dello splendore, il ventilatore che gira a più non posso e noi pronti a crollare. Domani ci imbarcheremo di nuovo per George Town..siamo proprio curiosi.
Saluti a tuttttiiiiiiii
Claudia e Filippo

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