Improvvisamente ci siamo trovati nel deserto!
Lo scenario è cambiato e la crema 50 sembra sempre troppo poco per ripararsi, pezzolina ricavata da una mia canottiera per la testa di Filippo che sembra un principe Ali Ababua e ghiaccio nelle borracce termiche (grazie Dio #specialized). Lasciate le rocce di Vinh Hin siamo entrati in una zona non del tutto piana ma con delle immense saline. Spettacolari, il bianco del sale grattato sul fondo delle vasche squadrate. I soliti cappellini che invece di raccogliere o piantare riso grattano sale. Un vento assurdo ed uno strano odore, abbiamo scoperto l’odore del sale!! Ci siamo sentiti due intraprendenti piccoli figli di Piero Angela, abbiamo intavolato una lunga conversazione sull’odore del sale o sulla probabilitá che fosse altro. Fatto sta che era piacevole. Ci siamo fermati ad osservare come funzionano le saline e le montagne di sale accatastate in qua e la, pazzesche.
Tutto intorno il niente, abbiamo fatto 90 km e siamo arrivati in un posto abbastanza strano, probabilmente abitato solo da operai, pescatori e persone che lavorano nelle saline. Siamo andati oltre e ci siamo accomodati in un posto tanto carino quanto fatiscente ma con una stanza che dava su una spiaggia di circa 3 metri per 3. L’unica cosa da fare: scendere dalla sella e buttarsi in acqua, cotti come non mai dal sole.
Siamo rimasti in silenzio almeno 20 minuti prima di riacquistare l’uso della parola.
Cena leggera con l’unica cosa possibile nell’unico ristorante presente: noodles e verdure 😌 Però, a dirla tutta, ci hanno proposto anche dei calamaretti che non erano poi tanto male.
Ed eccoci alla decisione, sapevamo bene che avremmo attraversato un punto caldo, senza ripari all’ombra, per molti km ma nel mezzo non si proponevano alternative. Quindi siamo andati a letto dicendo: domattina ci alziamo presto visto il caldo e alle 6.30 in sella!! Ed eccoci baldanzosi, carichi e sveglissimi ( visto che siamo crollati alle 9:00 di sera). Saliamo in sella ed eccolo! Ecco il quarto punto di Filippo che è riuscito a bucare senza pedalare ahahahah, vi risparmio le imprecazioni. Ripariamo il danno inspiegabile e ci dirigiamo al solito unico ristorante per fare colazione. Non avevano niente..se non una omelette..questa è stata la colazione.
Fortunatamente a ben 35 km c’era una cittá ed abbiamo retto per arrivarci e farci fuori una piattata di riso con una braciolina di maiale ed un litro di succo di zucchero di canna. Domani faccio la foto al simpatico attrezzino che usano per spiaccicare le canne da zucchero in cui inseriscono dei mini mandarini sbucciati per cui il sapore é fantastico. Una bomba di zucchero incredibile che con il ghiaccio risulta la soluzione ideale per un ciclista. Non troppo rifocillati ma di sicuro riempiti di scorte ci siamo avventurati nella parte più dura della tappa. Una delle piu memorabili di tutto il Vietnam. In pratica abbiamo lasciato la citta tramite un ponte ed é subito cambiato tutto!
una strada immersa nella sabbia, una strada enorme, a quattro corsie ma senza alcuna macchina o motorino o bus se non mooooolto sporadicamente. Ci siamo incamminati in direzione Muy Ne. Dune alte decine di metri cangianti dal bianco al rosso per poi divenire prateria con sterpaglie con una terra rossa fuoco e tornare su ito dopo duna di sabbia. Indescrivibile quanto faticoso. Magico quanto inaspettatamente reale. Ci siamo dovuti bagnare la testa svariate volte e dare la crema per non cuocere ma il ricordo della sabbia che scivola sulla strada vuota ed il rumore del vento tra le rocce e le dune che creava strani suoni sará indelebile. Il mare non troppo lontano ha dei colori bellissimi ma non abbiamo ancora trovato una bella spiaggia che meriti ore di bagni e sguazzamenti, il mare è molto mosso. Resta il fatto che non ci interessa il mare quanto il vederlo in questi scorci incredibili. Negli ultimi 300 chilometri la varietá della costa é stata sorprendente, se bene lo ripeta dall’inizio del nostro viaggio, ogni giorno la varietá aumenta. Abbiamo trovato addirittura una baia dove la valle lungo costa è una distesa di vite, producono uva da tavola. Ci sembra una favola, pedaliamo 90 km come se fossero 50 spinti piu o meno dal vento e dalla meraviglia che si propone km dopo km.
siamo arrivati in una baia molto conosciuta dai Russi, ebbene si, qui i Russi spopolano anche a Muy Ne. Surfisti ovunque, wind surf, Kitesurf e chi piu ne ha piu ne metta. Il vento spinge vele in tutta la baia e lo spettacolo al tramonto vale uno stop per riposare le gambe. Il caldo é improvvisamente forte, il sole picchia e le gambe devono acclimatarsi.
Arriveremo ad Ho Chi Minh in pochi giorni e li ci sará l’arrivo! ☺️ Eh si, abbiamo una news.
Arriverá con noi Simone, un amico fiorentino che pazzamente, follemente ed incoscientemente ci raggiungera per fare con noi 18 giorni tra Vietnam e Cambogia fino a Bangkok. Siamo emozionati.
Intanto abbiamo cambiato l’itinerario per allungare il tempo in Vietnam e vedere anche il profondo sud, con il delta del fiume Mekong, nostro amico fedele che ci accompagna dal nord del Laos. Simone é super atletico, allenato e folle come Filippo dovrò tenere a bada la loro fame di km. La cosa positiva è che adesso ho ben due che in caso di piana mi tireranno…ci sará da ridere.
Simo non stiamo più nella pelle, ti assetteremo una bicicletta ad hoc e ti faremo vivere un pò della nostra avventura. Chissá se anche tu ti ammalerai del viaggiare nel TUTTO che ci piace cosi tanto..del viaggiare lento..in sella..pedalando. Ti aspettiamo!!
Claudia e Filippo