Meritato riposo a Luang Prabang. Luang Prabang-Nuameuong 67 km

Sembrava un miraggio…un gran bel miraggio!!
Luang Prabang è spettacolare.
Non sappiamo bene se fosse la nostra fame di civiltà, ed anche fame reale visto gli ultimi giorni di niente, ma questa città ha un gran fascino.
Si trova alta, sulle sponde del Mekong, il fiume che attraversa da nord a sud il Laos, piena zeppa di turisti, di ristoranti, di mercatini artigianali, di luoghi dove con soli 10 euro ti fanno un massaggio rigenerante e chiaramente, da ultimi ma non meno importanti, templi buddhisti, palazzi ed edifici coloniali francesi impressionanti.

Si respira un’atmosfera strana, come se fosse un’isola felice dove centinaia di persone che girano il paese si ritrovano per recuperare un attimo di civiltà, di relax per poi ripartire con un bagaglio storico intrigante ed affascinante come quello della storia di questa città e tuffarsi nuovamente nelle zone selvagge.

Il nostro primo obiettivo è riposare, danni all’attivo:
Mani con artrite da mossa ‘strizza manubrio’
Sedere in stile babbuino
Camminata a gamba larga
Sonno cronico
Schiena con curvatura invertita
Fame di proteine e di frutta

Abbiamo bisogno di almeno due giorni di stop, questa città è perfetta per farlo, casca a pennello.
Qui tutto scorre lento, le persone si muovono in bici (tranne noi attualmente) le case sono sempre aperte e nessuno sembra avere un minimo di malizia da ladruncolo.
Anche questa storia del togliersi le scarpe prima di entrare in qualsiasi luogo, dall’hotel, al ristorante e addirittura nel museo è sintomo di gran fiducia nel prossimo.
Tutti lasciano le scarpe fuori da ogni luogo chiuso e, pur facendo un pò schifo l’idea, è diventato abbastanza normale anche per noi. Grazie a tale usanza abbiamo potuto ammirare la razza del ‘calzettone bianco’ nel pieno della sua attivitá. Si tratta di una razza diffusa nel mondo, la caratteristica principale è quella per cui, gli esemplari di tale razza, indossano un calzettone bianco di spugna nonostante i 32 gradi centigradi al sole, lo tengono ai piedi sempre, ore ed ore se non giorni, per affrontare camminate, scalinate fino ad arrivare a dormirci. Gli studi dicono che derivi dall l’incapacità di lavarli, da una non conoscenza del sapone o forse da problemi olfattivi che impediscono la percezione, il risultato è che non lo tolgono mai nella speranza che piano piano si autodistrugga. Interessante ma non troppo gradevole.

Appena entrati in una piccola guesthouse saliamo in camera, ovviamente scalzi, passata la commozione per la vista di un letto e di una doccia con acqua calda decidiamo di lavare borse e bici, con le ultime forze rimaste. Doveroso.

Il primo posto che abbiamo visitato è stato un bar che ci ha servito un buonissimo fruit shake, da oscar. Le poche ore che ci restano di luce ci serviranno per avere un’idea generale della cittá, ci incamminiamo tra straducole più o meno principali.

Una cittá rigogliosa, piena di piante e bancarelle che offrono fruit shake con tutti i mix di frutta esotica possibile. Cala la luce e veniamo attratti da un mercato, in una strada piccola, piccolissima, coperta da tendoni e brulicante di gente. Senza accorgercene sono le 19.30 e questa strada fa al caso nostro.
Un susseguirsi di banconi su cui vengono adagiate prelibatezze grigliate, dal pesce al pollo, dalla verdura alle fritture. Ci siamo detti: pesce! Dopo pochi secondi sapevamo che sarebbe stata la nostra cena per tre sere di fila e badate bene non perchè un pesce intero grigliato costasse 4 euro ma perchè era uno dei pesci più morbidi, saporiti, gustosi,deliziosi, prelibati , chi piu ne ha piu ne metta, che abbiamo mai assaggiato. Spaziale!!
Funziona così, scegli cosa mangiare e ti siedi nei tavoli davanti, ci sono poi dei buffet dove ti danno una scodella e con ben 1.50 € puoi riempirla con tutto cio che ci entra.
Un bel momento, divertente, caotico, conviviale, turistico quanto non turistico, frenetico ma rilassante, ce ne siamo innamorati.
Con lo stomaco pieno ci siamo incamminati nel mercato artigianale notturno pieno di chincaglierie, borse, vestiti, lanterne colorate, ritrovamenti bellici, buste colorate, quaderni cuciti a mano, gioielli, magliette, camice, sciarpe di puro cotone o lana, ricami, musica, un’esplosione incantevole.
Se non avessimo avuto il solito problema che non possiamo caricare troppo di peso le bici avremmo portato via un sacco di cose. (Dico avremmo ma sappiamo tutti che potrei dire ‘avrei’, qui care amiche mie perdereste la testa per tutti questi ninnoli).
Come finire in bellezza la giornata? Con un massaggio di un’ora al prezzo di 10 euro.
Goduria TO TA LE

Niente sveglia per goderci il letto, colazione alla francese con ‘ pan de chocolate’ con cappuccino e via alla scoperta delle meraviglie della cittá, nonostante il massaggio al risveglio ci muoviamo stile Robocop, optiamo per una leeeeenta passeggiata tra le meraviglie. (tenete presente che alle 9.30 ci siamo svegliati per fare una sana e sacra pennichella alle 14.00 e piombare nel letto alle 21.00).

Questa cittá è stata per secoli la capitale del Laos ma, nel 1560, ha ceduto il titolo all’attuale Vientiane. Si notano tanti riferimenti francesi, questo perchè la cittá nel 1887 fu devastata dalle Bandiere Nere, gruppo di briganti cinesi, ed accettò l’aiuto della Francia che ne fece un suo commissariato. Decine e decine di colonialisti francesi si rifugiarono a Luang Prabang per fuggire da Parigi ma lasciarono spazio alla monarchia, permettendogli di rimanere in cittá, questo fatto salvó la cittá dall’invasione giapponese post seconda guerra mondiale e bombardamenti della guerra di indocina che distrussero quasi tutto il resto del Laos.

Come visita della giornata significativa non posso non mettere la salita al Phu Si, collina alta 100 m, rigorosamente dotata di scalinata infinita e con i soliti scalini improbabili di mezzo metro. Ci abbiamo messo un po ma il panorama durante il tramonto..che dire..impressionante. Abbiamo anche seguito due temerari che si sono arrampicati su dei gradoni dai quali il tramonto sarebbe stato ancora piu spettacolare, dico dovrebbe perchè dopo aver sfidato la gravitá per salirvici ed aver dato via ad una fila di temerari scalatori, siamo stati malamente invitati a scendere da un piccolo laotiano urlante che ci ha augurato probabilmente la morte. Sì perche “non ci eravamo accorti” di esser saliti sul tempio.
La sbarra forse doveva darci l’indizio giusto.
Un pò come se provassimo a scalare la Torre di Giotto.
Così rovinosamente e sotto insulti laotiani, tra il comico ed il grottesco ci siamo dedicati alla discesa. La vista però era spettacolare..in effetti.

Ed è così che arriva il terzo giorno, il fatidico 3 gennaio 2016.

Una data per noi importante, il mio trentesimo😎
Una data che tutte le donne sentono un peso, io la sento come una gran figata!!
Mi sento libera, indipendente, abbastanza adulta per prendere decisioni importanti e significative, ho un lavoro bellissimo, viaggio alla scoperta del mondo con un uomo incredibile di cui sono pazzamente persa e con cui abbiamo mille progetti, ho voglia di fare e di arrivare a sentirmi realizzata in tutto e per tutto, sono circondata da amici incredibili, ho una famiglia strepitosa ed una acquisita (quella di Filippo) altrettanto incredibile ed indispensabile..beh..viva i 30 anni donne!
Tutto questo nel decennio prima, col cavolo che lo avrei potuto scrivere.
Grazie a tutti voi che mi avete scritto per farmi gli auguri il vostro messaggio è valso più di ogni regalo.

Dopo questo sfogo, doveroso dato che non ho potuto fare il ‘discorso’ davanti a tutti, da passaggio agli ‘enta’,  posso riprendere il racconto. (Concedetemelo😄)

In questa giornata tanto speciale ci siamo dedicati al Palazzo Reale, bellissimo, da vedere. Purtroppo come nella maggior parte dei casi, non possiamo mostrarvi foto in quanto sono proibite e pur avendo provato malamente a farne di nascosto, non ci siamo granché riusciti.

Si trova nella strada principale, maestoso, del 1904, residenza del re Sisevang Vong.
Scale di marmo italiano, palazzi in stile francese ed un palco dorato dell’ ex patriarca supremo del buddismo laotiano. La stanza principale é bellissima con pareti dipinte di rosso scuro con finiture dorate e piene di mosaici naif composti da specchi colorati, una sala intrigante. All’interno del Palazzo si trova anche il famoso Pha Bang , Buddha alto 83 cm in lega d’oro da cui prende il nome la cittá. (Dubbia l’originalitá). La leggenda sulla sua origine é frastagliata così come l’epoca di realizzazione fatto sta che sia il simbolo della legittimazione buddhista della dinastia reale del Lan Xang.

Tutta la cittá è un susseguirsi di templi, ce ne sono ovunque il pìu maestoso il Wat Xieng Thong, ma poi il Wat Ho Pha Bang, il Wat Pha Huak e così via. Ognuno con un suo significato e con la sua legittimazione. Con i loro tetti spioventi che toccano quasi terra, le porte dorate, le decorazioni e le raffigurazioni della storia laotiana danno un tocco mistico ad ogni strada della cittá, senza contare che ovunque ci sono monaci scalzi che con il loro andare lenti e sinuosi, con indosso la tunica tradizionale arancione e con la loro aria tranquilla rendono il tutto ancora più affascinante.

Ci è dispiaciuto non restare di più…naaaaaaa non è vero.
Abbiamo conosciuto vari personaggi, viaggiatori zaino in spalla, viaggiatori in bici, tutti con una gran voglia di condividere emozioni ed esperienze, il meglio William McCarthy un uomo che ha fatto 60.000 km in bici in 9 anni. Will ha 65 anni ed una forza di volontá incredibile, ci abbiamo cenato insieme e ci ha regalato racconti di vario genere che ci hanno fatto dire: domattina in sella! Carica ritrovata, siamo pronti.

Ed è così che studiando l’itinerario dobbiamo prendere la decisione di andare di nuovo in vetta..a 2.000 metri. Non abbiamo alternativa, tra una strada con più vette, più basse, una dietro l’altra oppure una unica alta, apparentemente massacrante ma unica, la preferiamo! La sofferenza sará per 30 km, speriamo con pendenze umane e poi giu fino alla capitale Vientiane. Prima una tappa semipiana.

Il punto della situazione è che siamo arrivati di nuovo nel niente,  tappa di 65 km, semipiana, con 1000 m di dislivello. Villaggio nel niente ma troviamo una stanza in una casa seminuova. Abbiamo regalato le scarpe per toglierci 1.5 kg e mezzo di peso (Filippo potrebbe tagliarmi i capelli nel sonno preso dal raptus dello smaltimento peso), sappiamo che abbiamo un mostro davanti ( lo vediamo dalla finestra). Un picco altissimo che con sguardo beffardo domani ci metterà ancora a dura prova.

Ce la faremo o no, non lo sappiamo ma come al solito: ci proviamo.

Buona Notte a Tutti
Claudia e Filippo

4 pensieri su “Meritato riposo a Luang Prabang. Luang Prabang-Nuameuong 67 km

  1. Luang Prabang …..
    sono andata a vedere dov’è ….. meraviglia !!!!!!!!!!!!!!!!!!

    e tanti auguri Claudia , sei proprio bella e brava !!!!
    Fra poco tanti auguri anche a Filippo.
    Spero che vi siate riposati ,
    baci , a presto , Manola

    "Mi piace"

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