Cam Thuy -Xa Trung 70 km / Xa Trung – Na Meo 65 km

La prima volta che una simpatica vecchina ci ha sorriso mostrando  denti neri come la pece, di primo acchito, abbiamo pensato: forse ha avuto qualche problema!

La seconda volta abbiamo pensato che fosse un problema un pò troppo diffuso.

La terza volta ci siamo dati dell’ignorante a vicenda ed abbiamo iniziato a chiedere spiegazioni riguardo ai sorrisi neri delle tenere, accoglienti e SORRIDENTI vecchine vietnamite.

All’inizio sono un pò inquietanti ma, quando ti abitui, diventa simpatico. È una sorta di “tendenza” di origine giapponese, simbolo di bellezza ( ricordate le icone giapponesi con facce incipriate bianche, denti neri e labbra rosse?) che poi si è diffusa in tutta l’Asia in vari modi.

In Vietnam tale tendenza ha preso i connotati di un rito di iniziazione per le donne di un certo rango sociale, oltre che dimostrazione di fiera bellezza.

Per tingere i denti usano la tecnica Ohaguro (denti neri) : vengono bruciati ossidi ferrosi, miscelati con te nero, pappa di riso, sake e caramello. Ne vien fuori un pigmento mal odorante usato anche per i tessuti. Le ragazze se lo spalmano per tre giorni consecutivi sui denti, momento durante il quale non possono mangiare cibi solidi. Successivamente si tingono le labbra rosse “dichiarando” così la loro entrata nell’alta societá, oppure, nel caso delle vecchine, ricordano il loro ceto sociale e la loro bellezza.

È bello guardarle, anche se sembra esagerato dirlo, perchè sono sempre sorridenti, ci fermano dandoci ospitalitá, gli piace stringerci la mano, farsi fotografare e mettersi in posa fiere del loro status, della loro vecchiaia e di far parte della loro comunitá…risultano bellissime!

Ne abbiamo incontrate tante sopratutto durante un occasione particolare in cui ci siamo imbattuti casualmente e che ci ha fatto ridere per chilometri.

Avevamo fatto salite e salite, colazione scarsa, dovuta al rifiuto di mangiare noodles con fegatelli alle 8 di mattina, sete e fame erano un chiodo fisso. Come giá scritto, lungo la strada ci é capitato spesso di trovare tanti matrimoni, gente festante, tè e biscottini.

Ci eravamo abituati alle feste e agli invitati che ci fermavano lungo la strada per invitarci, ed ecco che all’ennesimo raduno di gente per strada, musica, donne con vestiti tradizionali, denti neri sfoggiati con fervore e uomini con bandana bianca in testa che ci chiedevano di fermarci abbiamo pensato: è fatta!! Si mangia e si beve!!

Abbiamo esultato, butatto le bici e seguendo il capobanda abbiamo sfrecciato tra la folla pronti a cibarci e scroccare un bel pranzo!!!

Ma in pochi secondi tutto è crollato malamente, la folla si é aperta, noi due festanti slanciati e sorridenti ed eccoci!

Eccoci davanti ad una BARA!

Si signori, era un funerale, con santone mezzo nudo che cantava, gli occhi bianchi rigirati ed una cantilena ipnotizzante davanti alla bara circondata di donne dall’aria triste.

Ci siamo sentiti malissimo, tra la voglia di ridere per le nostre aspettative deluse malamanete, la vergogna per essere entrati convinti di festeggiare e la tristezza per l’avvento ci siamo trovati ad accendere incenso e lasciare mandarini al defunto come segno di rispetto.

Ormai Calati nella parte siamo stati obbligati a sederci con i familiari e mangiare un biscottino, volevamo fare foto ma ci sembrava fuori luogo, con facce tristi e meste ci siamo rimessi in marcia ripromettendoci di non cedere più ad inviti festanti di uomini bendati in testa di bianco per poi scoppiare in una lunga risata.

Ci siamo, invece, inoltrati e lasciare travolgere con piacere in un mercato locale in cui persone urlanti e sorridenti (anche in versione denti neri), offrivano prodotti locali, verdure, carne, pesce e chi più ne ha più ne metta. Ci abbiamo guadagnato qualche mandarino offerto da una signora, canne da zucchero da ciucciare per avere forza in più e qualche toccata di coscia, perche qui usa salutare stringendo mani o palpandoci le cosce stanche dal pedalare. È stato divertente e, tra colori ed odori (più o meno piacevoli), abbiamo girellato e curiosato nel loro mondo quotidiano per poi ripartire

Volevamo tanto lasciare la pianura, volevamo la montagna, ed avevamo ragione, la montagna ci ha catapultato nella realtá rurale più interessante e ci regala scorci indimenticabili.

Ci siamo fermati a Xa Trung, ma vi mostreremo le foto dell’unico posto in cui è stato possibile dormire,  le foto parlano da sole e commenti descrittivi non servono.

Arriviamo quindi ad oggi, il primo giorno di sole 🙂

Da quando siamo partiti non avevamo mai avuto sole, è arrivato. Senza scherzi, é arrivato. Ci siamo scottati. Dalla nebbia e 15 gradi al sole schiantato sulle teste con 34 gradi. Inutile la crema ma domani abbonderemo di protezione 50.

Abbiamo affrontato una tappa assurda, non ci aspettavamo tanta salita, non così lunga, continua e massacrante. Le strade non sono tutte asfaltate e sono tutte sprovviste di alberi frondosi quindi saliamo con sole a picco. Abbiamo avuto un momento di difficoltá in cui caldo e fatica si sono fatti sentire pesantemente e dopo aver fatto la doccia con le borracce siamo stati ospitati da un campo di operai in cui il Signor Bin ci ha offerto ombra, acqua per bagnarci la testa e cibo!

Senza Bin non saremmo andati avanti, salita salita ed ancora salita in una atmosfera ed un paesaggio incredibili e mai visti. Stiamo raggiungendo il confine con il Laos e siamo in fibrillazione.

Sappiamo bene che sará il tratto dell’itinerario più difficile ma se il risultato sará estasiarci come sta facendo per ora l’ambiente intorno a noi..ne varrá senz’altro la pena.

Buon Natale a tutti! 😊



              
                                                                                                             

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