Oggi abbiamo veramemte dato il massimo per risolvere l’irrisolvibile.
La nostra energia, la nostra voglia di pedalare e di non perdere neanche un km di strada si é scontrata inevitabilmente contro una calamitá naturale fuori da ogni previsione.
La stagione delle pioggie, quest’anno, sta cadendo con una forza inaudita, la quantitá di acqua caduta nel nord-ovest ha provocato inondazioni in tutta la parte centrale del Mozambico.
La parte piú colpita é quella lungo il fiume Licungo che separa il paese esattamente in due, una separazione naturale tra nord e sud. (esattamente dove ci troviamo noi!)
Su questo fiume sono presenti 3 ponti che sono stati tutti distrutti dall’inondazione di due giorni fa.
Non ci sono altre vie di comunicazione se non aeree ed é impossibile passare anche dal vicino Malawi in quanto le strade sono impraticabili e proprio ieri anche in Malawi ci sono stati 48 morti per una inondazione.
É il caos.
Ci svegliamo scoraggiati dalle notizie in tv e dalle miriadi di telefonate fatte a tutte le nostre conoscenze mozambicane che in maniera netta ci hanno negato ogni tipo di possibilità di muoverci.
Era dal 2001 che non succedeva un fatto del genere, esattamente dal 1971 che il fiume Licungo non saliva di mezzo metro!
Questa volta ha pensato bene di scatenarsi. (Onde di 12 metri sopra il ponte)
Facciamo colazione e pianifichiamo un possibile “attacco”, come risolviamo?
Sono le 8:00, ci dirigiamo all’ufficio di ANS , administracao nacional das stradas, chiediamo quale sia la situazione effettiva.
Si perche dalla tv, dalle telefonate, non capiamo bene né l’entita dei danni né capiamo se la situazione sta risolvendosi, tutto quello che sappiamo adesso lo abbiamo scoperto solo andando sul posto.
Quindi, la situazione é negativa ma ci rimbalzano in un altro ufficio “Instituto Nacional de Gestao das Calamidades”, ci dirigiamo speranzosi, il sogno é sentirsi dire: “dai il fiume si é abbassato ed abbiamo allestito barche che vanno su e giu” oppure “dai ragazzi tranquilli abbiamo allestito un ponte provvisorio”
Niente di tutto ciò..
Usciamo sconfitti anche dal suddetto ufficio.
Unica soluzione: volo.
Cala un velo di amarezza sul nostro volto, ma davanti a certe cose l’orgoglio va messo da parte.
Ci dirigiamo verso l’ufficio della unica compagnia aerea che serve Quelimane, immaginate la fila?
Pazientemente aspettiamo per prendere la seconda mazzata tra capo e collo: il primo volo disponibile per Nampula é il 19.
La tragedia..altri 5 giorni fermi???!!!!!
Riserviamo i due voli ma decidiamo di tentare il tutto per tutto, andiamo in aeroporto e cerchiamo il noleggio auto, ci chiedono troppo, allora convinciamo il ragazzo allo sportello ad accompagnarci a vedere il fiume.
Dobbiamo capire e vedere cosa sia successo e se davvero non ci sono soluzioni.
Il ragazzo accetta, andiamo in hotel, carichiamo le bici e le borse e ci dirigiamo al fiume, 130 km a Mocuba.
Se troviamo soluzione, ripartiamo da li, altrimenti torniamo indietro. (Questo é quello che abbiamo pensato un pó scioccamente).
Quando siamo arrivati, é bastato uno sguardo per capire che non ci sono alternative al volo.
La situazione é devastante, il fiume ha portato via il ponte in due punti e la distanza tra le sponde é visibilmente raddoppiata.
I detriti che passano ad una velocita inaudita e la corrente non lasciano spazio ad imbarcazioni, che comunque non ci sono, e la pioggia non da segni di tregua.
Famiglie separate, lavoratori bloccati ma sopratutto 15mila sfollati.
Andiamo a vedere il ponte a nord: l’acqua ci é passata sopra.
Andiamo a vedere il ponte a sud: completamente spariti sia il ponte che la strada connessa e così anche i campi tutto intorno.
Per almeno un mese o due, la situazione non cambierà.
Ci facciamo riportare all’aeroporto, c’é un volo alle 17.30, se qualcuno rinunciasse?
Scopriamo che il volo ha 30 passeggeri, ci mettiamo in attesa paziente della chiusura del check in..come noi..altre 15 persone.
Nessuna rinuncia.
L’ hostess, Meldina, (non fate battute fingendo una pronuncia cinese, lo abbiamo gia fatto vergognandocene) ci ha trovato due voli, uno per venerdi ed uno per sabato.
Li abbiamo bloccati, venerdi proveremo ad imbarcarci insieme.
Chiaramente, vi lascio immaginare le miriadi di soluzioni che abbiamo pensato ma che abbiamo dovuto accantonare, tipo:
– salire su una barca della protezione civile (che tra l’altro qui non esiste) corrompendo un funzionario
– gonfiare le borse laterali di aria e galleggiare fino all’altro lato
– prendere la rincorsa con la macchina stile “speed” (Il ragazzo al volante ce lo ha negato inspiegabilmente)
– costruire noi stessi un ponte con l’aiuto di volontari
– usare un pedaló
– creare una funivia a cui legarci con le bici e scorrere fino all’altra sponda
-fiondarci con paracadute annesso(questa non era male)
– legare bici e borse alla vita di Filippo e sperare nelle sue capacitá natatorie, gia immaginavamo Claudia bluacea attaccata ad una corda
Eravamo tentati di aprire un blog per raccogliere idee.
Niente di tutto ció é stato possibile.
Quindi ricapitolando.
Dopo dieci telefonate
Due uffici
Un sopraluogo sul disastro a 130 km da qui
La verifica di tre ponti
Due ore in agenzia di voli
Due ore in aeroporto ad un chek in di un aereo mai preso
Un’ora cercando un nuovo posto per dormire perchè stanchi del posto precedente (il peggiore di tutti i tempi)
Dopo aver speso tutto il risparmiato dormendo in tenda per due voli separati, non ci rimane che salutarvi e darvi la buonanotte ancora da Quelimane.
Vediamola cosi, menomale che abbiamo passato un giorno in piú prima di pensare di muoverci, avremmo passato il ponte nel momento peggiore?
Chi lo sa.
In teoria il giorno del disastro avremmo dovuto essere lá!
Salve ragazzi,
Claudia sta meglio mi sembra !!!!
Dai , speriamo che riusciate a prendere questo volo e a spostarvi da lì..
E’ proprio un disastro , poveretti!!!!!!!!!!!!!
baci a presto , Manola
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Io sto meglio 🙂 grazie mille Manola..si era disastrosa la situazione..siamo appena arrivati a Nampula
Domano finalmente in sella alle nostre biciclette
D’altra parte gli imprevisti sono la cosa migliore delle avventure no?
Ti abbracciamo forte
Un bacione Claudia e Filippo
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