IL SAPORE DELL’ASFALTO-Quissico-Inhambane-130 km

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Se questa foto potesse avere l’audio sarebbe perfetta per raccontarvi la tappa da Quissico a Inanbhane.
Immaginate il ruggito del leone della metro golden Mayer..per entrare nello spirito di questo racconto.
Il titolo giusto del film che sta per iniziare potrebbe essere: “quel maledetto asfalto” oppure “prima o poi doveva succedere”
La trama riguarda un rapporto conflittuale tra Claudia e l’asfalto…forse lo voleva vedere da vicino?
Qualunque siano state le ragioni (che non menzionerò per vergogna) Claudia é caduta.
Si signori, dopo una partenza mattutina carica come sempre di buoni propositi, la curiosita di Claudia di capire la porositá dell’asfalto mozambicano ha avuto la meglio.
Un tacchetto che non si sgancia e Claudia in terra.
Ecco signori anche in questo caso preferisco parlarvi in prima persona 🙂
La verita è che volevo testare la capacitá infermieristica di Filippo e poi scusate, potevo perdere l’occasione di vedere un ospedale mozambicano? Soprautto..avro una cicatrice ricordo! Un trofeo da viaggiatore invidiabile!
Appena cascata mi sono resa conto di essermi fatta male quando filippo mi ha urlato: non muoverti, mi ha adagiato sul ciglio della strada e quando ho visto quel maledetto liquido rosso, ho chiuso gli occhi e sperato fosse un minuscolo ignobile taglietto, ma il colore improvvisamente biancastro sulle guance di Filippo mi ha portato alla realtà.
In pochi secondi Filippo ha preso la borsa dei medicinali e messo in pratica tutto quello che avrebbe dovuto fare, un infermiere provetto.
I nostri due amici dottori Elisa Chellini e Andrea Faini, che ci hanno fatto un corso di soccorso prima della partenza, sarebbero stati orgogliosi nel vederlo muoversi con tanta sicurezza, anzi, approfittiamo per ringraziarli ufficialmente anche per il sostegno “on line”, cosi come ringraziamo dott. Gabriele Landi, altro sostegno on line fondamentale.
Con meticolosità e calma (apparte qualche imprecazione d’ufficio) mi ha ripulito e fasciato, ma sapendo che non sarebbe bastato. Una telefonata ai nostri amici che ci hanno ospitato la notte precedente, arrivano in un baleno e con loro un frate su un pickup per poter caricare le bici.
La scena é al quanto buffa, io in macchina con Luciano, Filippo con le bici in piedi sul cassone di un pick up insieme all’ex vice ministro dello sviluppo, vestito da safari con cappello da Crocodile Dundee, guidato da un prete che ha sfrecciato per arrivare prima possibile mettendo alla prova i due equilibristi.
Arriviamo in Ospedale ed il responso del dottore é immediato: ci vogliono i punti.
Ecco signori in quanto donna la mia paura piu grande, pare, dovrebbe essere quella per il parto, in realtá fin da piccola la cosa che piu mi terrorizza..sono i punti di sutura!
Controlliamo che tutto sia sigillato e che il dottore sia attrezzato in maniera egregia, tutto pefetto, tutto pronto, arriva il momento di annestetizzare il braccio.
É stata una delle cose piú dolorose della mia vita e sí, ho pianto, con la mano stritolante quella di Filippo ( che dopo poco é dovuto uscire con un colorito poco naturale), che vi devo dire, il dottore non era il mago delle punture e ci stupisce quando prepara un ago da pesca d’altura ed un filo che potrebbe andare bene per infornare un’arista, forse il risultato non sará dei migliori? Gli diamo fiducia..
Passata la puntura, passati i punti, sopratutto passato il filo da arista, passato tutto.
Antidlorifico ed antibiotico per una settimana, poi vanno tolti i punti e via!
Usciamo dall’ospedale circondati da bambini malati, l’atmosfera non é delle migliori e pur sentendomi un cartoccio, piena di lividi e con qualche punto al gomito, non posso certo lamentarmi.
Usciamo dall’ospedale e davanti a noi due bianchi fotografano la laguna..l’idea: prendiamo un passaggio?
La sorpresa: sono italiani, i primi che incontriamo in questo viaggio.
Doppia sorpresa: vanno nella stessa citta in cui avremmo dovuto andare anche noi in due tappe.
Susanna e Corrado, hanno una macchina furgonata.
La decisione: Claudia e le borse salgono, Filippo pedala.
Cosi per qualche ora le nostre strade si sono divise, vi sembrerà strano ma dopo 50 giorni, 24 ore insieme, é sembrato un divorzio e tutto ha acquistato un sapore diverso.
Arriviamo ad Inambane e cerchiamo la spiaggia famosa di Tofo, é tutto spettacolare, palme, laguna, barche arenate sulla bassa marea, come stop forzato non poteva andare meglio.
Decidiamo di dare una svolta divertente alla serata e con i due avventurieri padovani decidiamo di campeggiare in villaggio, passeremo questa tappa in loro compagnia, un’ottima compagnia.
Ci aggiriamo tra villaggi in riva al mare e scoviamo uno spiazzo con qualche capanna ed un po di spazio perfetto per noi.
Mi dirigo verso l’anziana, qui i vecchi sono coloro che decidono, trovo una dolcissima e rugosissima nonna Maddalena che senza troppi dubbi ci accoglie in casa.
Che meraviglia, il rumore del mare, il suono del vento tra le palme, la sabbia morbida sui piedi, una distesa di stelle luminose ed il buio piú totale.
Nonna Maddalena ci aiuta nella sistemazione dei bagagli intorno alla tenda, i nostri amici padovani sistemano la macchina, manca solo Filippo.( oltre all acqua, la corrente elettrica ed un bagno)
Come mai tarda Filippo?
Perché ha bucato!
Questo perche tutti sappiamo che quando una giornata nasce male..
Non abbiamo mai forato per 2700 km, quale giornata migliore se non quando solo e nel giorno dell’assaggio dell’asfalto di Claudia e durante una tappa lunghissima partita male, tutto nella norma.
Arrivato, dopo una riparazione fulminea, il povero Filippo é visivamente stremato.
La tappa si é trasformata in super tappa, la caduta, l’ospedale, i km che sono raddoppiati rispetto al programma (dovevano essere 60 km ne ha dovuti fare 130 km)vento contro, caldo afoso, la foratura..oggi ha dato tutto!
Ci facciamo coccolare dagli angeli padovani che tirano fuori dal cilindro una pasta al tonno ed olive da gran gourmet.
Che dire, succede.
Ci vogliono anche queste situazioni, un imprevisto che poteva capitare, rimediabile con poco e che accompagnato da entusiasmo, amore e grinta siamo certi arrechi un danno del tutto irrilevante.
Ci ha permesso di conoscere altre due persone incredibili, volendo essere fatalisti, le persone piu giuste incontrate nel momento più giusto.
Il nostro umore é comunque alle stelle e dormire nel cortile di nonna Maddalena e delle sue figlie ci lascia addormentare con la solita curiosita sul giorno dopo.
Che,vi dico già, comincerá con un “bom dia” di Maddalena affacciata alla tenda incredula sul fatto che ci si potesse dormire in due..
..é Africa!

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2 pensieri su “IL SAPORE DELL’ASFALTO-Quissico-Inhambane-130 km

  1. claudia mi dispiace tanto!! Prendetevi un po di riposo e Filippo ti pare il caso di pedalare da solo dopo lo stress della giornata!!! Forse è il segnale che siete stanchi….Prendetevela comoda. Baci

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