Hanoi-Haiphong 100 km / Cat Ba island

 

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È arrivato il momento, quello tanto atteso, quel momento che dura sempre troppo poco:l’inizio del viaggio.

Penserete, eravate giá partiti, assolutamente no.

Il viaggio è iniziato ieri, giovedì 17 alle ore 8:00 am di un grigissimo mattino ad Hanoi, Vietnam. Un misto tra agitazione, emozione, euforia, perplessitá e convinzione tutto racchiuso in un momento ed il bello é che quel momento si ripresenterá ogni mattina in cui ci alzeremo e ci prepareremo alla tappa del giorno. Ogni giorno sará un “inizio del viaggio”.

Il tempo continua a non essere dalla nostra, il caldo che tutti dicono affoghi queste zone ha preso qualche giorno di ferie e ci ha lasciato un freddo pungente che ci costringe a pile e giacca a vento.

Ma torniamo alla partenza, una figata! Il traffico é pressante e sopratutto scopriamo il ruolo del clacson, fondamentale per annunciare “io passo, vedi te”, il che non prevede accellerate o frenate ma solo l’avvertimento..è stato stancante, divertente, assordante ma siamo riusciti ad uscire da Hanoi.

La periferia non è stata granchè, abbiamo respirato tanto smog e finalmente capito perchè tutti usino la mascherina, milioni di motorini, auto, camion l’aria in mezzo alla strada è davvero pesante e con i polmoni aperti, pedalando, lo abbiamo percepito il doppio.

Siamo dovuti entrare su una specie di autostrada, eravamo un pò spaventati all’idea ma c’erano 4 corsie, la quarta era per motorini e bici, inoltre, auto e camion come in cittá vanno molto lentamente, non sorpassano, non accellerano non fanno mosse azzardate, vige un rigore a noi sconosciuto.

Non ci è piaciuto, ma non avevamo alternative.

la voglia di uscirne ci ha fatto spingere a mille l’accelleratore, per modo di dire, abbiamo spinto come fusi ad una media di 20 km/h.

La periferia è stata lunga, industriale, smoggosa..abbiamo approfitato della cara amica ‘pianura’ per uscirne prima possibile.

Raggiunta la strada semi asfaltata è cambiata la musica. La destinazione, Hai Pong è terza per popolazione in Vietnam, la sua periferia, a differenza di Hanoi, è campagna pura. Abbiamo iniziato a vedere cappellini di paglia che sbucavano da risaie acquose, biciclette al posto di motorini, sorrisi e saluti ai bordi della strada e tanta, tanta, tantissima TRANQUILLITÁ.

Forse dopo il viaggio in Africa, nella nostra mente abbiamo incasellato il terzo mondo così, come in Africa..quindi catapultarsi in un terzo mondo agli antipodi fa effetto!! Molto effetto.

Nessuno bighellona per strada, scuole piene, nessuno con le mani in mano, abbiamo passato qualche villaggetto in cui è difficile capire come sopravvivere e nonostante tutto, tutti sono all’opera.

Donne, bambini, uomini, vecchi qui lavorano tutti e tanto, con il solito sorrisone e dal saluto pronto.

Arrivati in cittá ci è subito dispiaciuto lasciare la campagna ma la tappa è stata forzata, ci siamo diretti in un hotel, se così si può chiamare, dove un signore piccolo piccolo ci ha fatto qualche domanda ed offerto una stanza decorosa a 12 euro. Eravamo cotti. Non ci siamo resi conto di aver forse esagerato con una prima tappa da 100 km fino a quando abbiamo notato il tremolio(da fermi) delle nostre gambe e l’orologio che segnava le 14 ( 105 km ca. In 6 ore, con due stop tra cui il pranzo).

Siamo crollati ma soddisfatti e felici perche la tappa dopo prevedeva Cat Ba, nella baia di Hai Long.

Sveglia presto, bici, traffico , caos, clacson barca, dormita pesante per un’oretta sbarco a Cat Ba.. ‘Na Meraviglia.

Bel tempo sempre in ferie ma siamo comunque in un’isola con una città minuscola e bruttina ma un contorno pazzesco.

Passeremo due giorni in questo paradiso, il primo è stato oggi.

Verde ovunque, abbiamo affrontato ( con le gambe tremolanti) una scalata nel Parco Nazionale per raggiungere una vetta mozzafiato immersa nei promontori calcarei tipici di questa baia. Ci siamo poi affidati ad un giovane vietnamita che ci ha guidato all’interno di un famoso Ospedale Militare costruito nel 1965 durante la guerra, spettacolare.

Si trova all’interno di una foresta fitta e tortuosa, scavato nella roccia, vi si entra con una scala pericolante di bamboo, che veniva abbattuta se i nemici si fossero avvicinati troppo, un complesso nascosto su 4 piani. Il primo di ricovero, dormitorio, bagno e cucina; il secondo con una stanza dove si accedeva ad una grotta in cui avevano un ‘cinema’ per non impazzire, e l’accesso alla stanza segreta al terzo piano in cui  stavano i gradi superiori, c’era poi un quarto piano di passaggio con cui si usciva all’esterno passando da una stretta porta blindata.

4 piani dislocati in modo strano, fatti di cunicoli e vasche che connettevano i piani in modo che in caso di fuga ci si potesse gettare al piano di sotto passando dalle vasche. (Difficile da descrivere). La stanza dei gradi alti non è accessibile perche volutamente era costruita in un punto talmente alto e difficile da raggiungere per cui la via di fuga era dalla stanza stessa, non si poteva tornare indietro, veniva distrutta la scala, nel caso.

Insomma, un bunker studiato nei minimi dettagli, claustrofobico quanto afoso, all’ interno la temperatura è assurda ed umida, cade acqua da stallattiti lunghissime, non riusciremmo a pensare di stare lì per più di mezz’ora..beh..in centinaia ci ha no vissuto dal 1965 al 1973, hanno l’orgoglio di non essere mai stati abbattuti dagli americani!

Nessuno  è mai riuscito a scovare quel posto, nè bombardarlo, lo hanno abbandonato volontariamente quando l’Isola è stata attaccata pesantemente e tutti se ne sono andati per l’impossibilitá di sopravviverci.

Intenso, ed ancora vivo nei racconti delle persone.

Cat Ba è meravigliosa e nonostante il bel tempo non si faccia vedere noi la stiamo scoprendo, domani andremo ad esplorare la baia di Ha Lan, quella di Ha Long e Monkey Island..spuntasse un pò di solicino?

Lasceremo questa meraviglia per dirigerci verso la zona famosa per le risaie, ci ributtiamo in campagna, siamo giá scalpitanti.

Questo primo impatto continua ad essere positivo, pieno di zuppe di noodles alle quali abituarsi, ma stra positivo.

Qui, è ora di dormire e noi vi diamo la buona notte.

Claudia e Filippo

 

 

 

 

 

 

 

 

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