Muxungue-Buzi river-56 km / Buzi river-Inchope-96 km

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Partiamo!
Un giro rapido in una Muxunghue energica e viva, compriamo il bygon, il pane e ci mettiamo in marcia.
La strada che stiamo affrontando é una delle principali, collega il Mozambico con il vicino stato del Malawi, porta al famoso Parco di Gorongosa, con il suo monte di ben 1.870m, e porta a Beira, sulla costa.
Siamo lontani dalla costa, ci manca giá, ma siamo curiosi di vedere la cittadina di Gorongosa, abbiamo dovuto rinunciare al Parco dato che chiuso per stagione delle piogge, per poi proseguire fino ad attraversare la provincia di Sofala nella parte piú collinare.
La parte che stiamo attraversando é la parte vivamente sconsigliata da tutti causa “ex ribelli”.
Spieghiamo meglio.
In Mozambico ci sono due partiti principali: Il Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo), partito che governa a Maputo dalla fine della guerra civile, e gli ex ribelli della Resistenza nazionale mozambicana (Renamo).
Tra l’altro, piccola curiositá, fu proprio l’intervento di Roma con la Comunitá di Sant’Egidio e il Ministro degli Affari Esteri che, dopo anni di intermediazione, riuscirono a portare il partito Frelimo a trovare pace con i ribelli che divennero partito ufficiale, appunto, Renamo, il 4 ottobre 1992.
Quest’ultimo partito ha trovato molto sostegno nel centro del Mozambico e si sono diffusi militanti, non approvati dal partito, che hanno creato molti scontri con l’esercito nazionale, con atti criminali e ribellioni pericolose per l’incolumità generale.
Ecco, proprio per questo tutti ci sconsigliavano il passaggio ma, alla luce delle nuove elezioni appena avvenute, alla luce della tranquillità delle persone ed alla costante presenza di forze dell’ordine sorridenti e tranquille, ci siamo addentrati.
Come immaginavamo, tutto tranquillo.
Arriviamo alla cittadina di Buzi River.
Dopo appena 56 km, pochi rispetto alle ultime due tappe, arriviamo sul Buzi, un fiume africano per eccellenza, il paesaggio é magnetico.
Poco prima del ponte, all’ombra di un albero, un piccolo ristoro, un simpatico sdentato ci sorride e ci invita a restare a dormire nel suo “hotel”.
Come poter resistere.
Entriamo dentro un cancello rugginoso e cigolante per arrivare in una stanza “particolare”, sicuramente era la cucina di una mensa, lo capiamo dal pavimento e dalla presenza di lavandini.
Spaziosa, non proprio pulita ma il rumore del fiume in sottofondo, la doccia a secchiate d’altri tempi…é perfetta.
Fina, cosi si chiama la donna che lavora in questo posto, una pacioccona di 25 anni, ci accoglie con dolcezza, decidiamo di docciarci a secchiate e riposarci profondamente, le gambe sono pese e la mente anche.
Ci svegliamo intorno alle 18, perfetto per vedere il tramonto sul fiume!
Spettacolare, le nuvole africane basse e lente riflesse sul fiume, il sole rosso fuoco ed il rumore del niente.
Il paese non é eccezionale ma le persone carine e sorridenti come sempre rallegrano il tutto.
Qui non hanno acqua corrente e probabilmente sarà così per i prossimi 400 km, girelliamo e torniamo alla base pronti per cenare ed andare a dormire, domani un’altra tappa lunga, obbligatoria.

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Fina ci ha rapito preparandoci una cena buonissima servita in camera!
Ha bussato timidamente alla porta per sorprenderci con un servizio in camera inaspettato, gallina in umido e riso in bianco, ok amici toscani starete gia storgendo la bocca, vi assicuriamo che era qualcosa di eccezionale con una scarpetta finale che avrebbe conquistato anche il palato piú fine.
Ci svegliamo e Fina ci da il buongiorno con una colazione ottima e sostanziosa, possiamo adentrarci nel niente, ci prepariamo il cous cous con tonno, banane e sali minerali, le previsioni danno 94 km senza alcun punto di ristoro.
Le previsioni sono esatte e non troviamo niente se non pioggia.
Ci siamo, il famoso periodo delle piogge esiste e noi lo abbiamo assaporato tutto.
Tre ore di pioggia fitta ininterrotta, goccioloni che passano dai caschetti e ti levano la noia di dover prendere la borraccia, temperatura di 20 gradi ed il dubbio di doverci fermare o no, ma nel dubbio, come dice sempre Filippo, pedaliamo!
Cosi, pedaliamo.
Ci fermiamo solo dopo 20 km di pioggia, per mangiare, e ripartiamo subito per farne altrettanti sempre con la pioggia.
La strada cambia improvvisamente e ci ritroviamo in un altro paesaggio spettacolare, una distesa di piccoli promontori ricoperti di verde tropicale, quel verde brillante che anche con la nebbia luccica come al sole e nonostante i saliscendi, deleteri per le gambe, arriviamo a Inchope.
Città di passaggio per arrivare al grande bivio della strada nazionale.
Troviamo alloggio in uno dei tanti alberghetti del luogo, la pioggia é incessante e l’unica cosa che ci resta da fare é lavarci a secchiate, vestirci e cercare di scaldarci.
Siamo sulla cima di una collina ed il panorama ci lascia a bocca aperta, purtroppo la cittadina non é come ce l’aspettavamo e, considerato il potenziale del posto, la cosa ci intristisce un pó.
Luoghi remoti un pó desolati, lontani dal rumore della costa, lontani da una organizzazione civile e pieni di contraddizioni che per noi spesso sono davvero incomprensibili.
Vi lasciamo dimenticando per un attimo pensieri anche troppo noiosi, complessi e, probabilmente, senza risposta, per goderci un tramonto su queste colline africane lontane da tutto.
Buon Lunedì a tutti.

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