5000 km!!! Nangurukuru-Ikwiriri-124 km / Ikwiriri-Mkuranga-130 km / Mkuranga-Dar es Salaam-50 km

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Siamo arrivati a DAR ES SALAAM!
É stata dura ed abbiamo affrontato due tappe da 120 e 130 km l’una, di seguito, piu una mini tappa di 45 km.
La voglia di arrivare ci ha fatto pedalare davvero duro.
Gambe a pezzi ma umore alle stelle.
Tre giorni fa eravamo a Nangurunkuru dove Filippo ha potuto recuperare le forze, il clima é davvero differente e la vicinanza all’equatore si fa sentire.
Si alternano vento a 40km/h con ore di caldo afoso e pressante, il fisico reagisce in modo diverso. Quando in Italia boccheggiamo d’estate riusciamo comunque a svolgere le nostre attivita con normalita, qui é diverso.
É come se il corpo si “spossasse” ti senti che potresti fare mille cose ma il corpo é rallentato, ti senti che le energie finiscono, ti svegli bello arzillo e pimpante ma quando hai finito di fare colazione ti senti gia stanco, senza che tu abbia fatto niente, non hai sonno e avresti voglia di fare ma il tuo corpo no, dopo una passeggiata di pochi chilometri ti senti come dopo una maratona, o una corsa di mezz’ora per i non maratoneti come me 🙂
Immaginate dopo 120 km di bicicletta.
Cosa farebbe la maggior parte della gente?
Oppure, cosa farebbe una persona coscienziosa?


Non lo sappiamo, noi abbiamo fatto altri 130 dopo 24 ore.
Non rientriamo nel club dei coscenziosi, pero riconosciamo di essere cotti a puntino.
Ci riposeremo a Dar es Salaam, almeno un giorno intero.
Avevamo voglia di arrivare e di civilta, di una dormita in un posto piu o meno accettabile, per lo meno con un water. (I famosi discorsi sulle piccole cose che fanno la diffetenza sono tutti validi!!)
Questi ultimi 300 km ca. sono stati bellissimi, abbiamo dormito in posti dove non auguriamo a nessuno di dormire ma la strada é stata spettacolare come sempre.
Da Nangurunkuro abbiamo raggiunto Kilwa Masoko, una piccola localita costiera piena di rovine degli insediamenti arabi quattrocenteschi e con due spettacolari tratti costieri: la spiaggia di Jimbizi, dove abbiamo mangiato nel mercato locale del pesce e la bellissima spiaggia di Mosoko Pwani. Arrivati in quest’ultima ci siamo addentrati in una struttura che sembrava aperta ma in realta non lo era, siamo entrati comunque per lasciare le borse al guardiano e catapultarci in acqua.
Abbiamo fatto una lunga passeggiata con la bassa marea per ritrovarci un po troppo a largo quando la marea ha cominciato ad alzarsi e dopo la corsa per rientrare a riva siamo crollati come bambini in un lungo sonno cullati dal rumore del vento e dal fruscío delle palme che orlano la spiaggia bianca per km e km.
Il bello della Tanzania, a differenza del Sud Africa e del Mozambico, é che le citta iniziano ad animarsi ancora di piu nel pomeriggio fino a tarda notte.
Gia da questa tappa iniziamo ad approfittare di questa caratteristica per perderci tra le strade dei villaggi ed approfittare dello “Street Food” tipico per le nostre cene.
Tutto si svolge al buio, non esistono lampioni, le uniche luci provengono dalle baracche aperte lungo la strada e dal fuoco del carbone delle varie pentole in uso dai ‘ristoranti’, difficile definirli cosi ma questo sono.
Alcuni sono attrezzati con panche e tavoli, altri ti danno il cibo avvolto nel giornale, ma tutti ti fanno lavare le mani prima e dopo la consumazione e tutti hanno thè o latte caldo come digestivo.
Non fatevi troppe domande su come lavano i piatti o le posate o ancora le tazze da cui sorseggiano rumorosamente il loro thé..per goderne bisogna stare al gioco ed aver fatto tutti i vaccini esistenti al mondo 🙂
Rivordarsi sempre, come insegna il mio africanino Filippo: mai acqua, mai verdure crude, sì a cibi cotti e fritti e acqua bollita.
Ecco quindi che le strade si animano di situazioni conviviali in cui puoi mangiare a lume di candela pollo, riso, pesce fritto, polpo fritto, patatine, fritatte, chapati(una specie di piadina), samusa (crespelle fritte con ripieno), viasi (patate fritte intere), mishakiki (spiedini di carne di vacca) ,mandazi ( pasta fritta) e polenta.
Come avrete notato il fritto non manca.
Cosi a partire da Nangurunkuru ci siamo divertiti con cene di strada ogni sera in cui con 1 euro in due puoi saziarti.
La prima tappona ci ha portati fino a Ikwiriri e la seconda tappona fino a Mkuranga.
Il paesaggio é stato strepitoso e del tutto diverso da quelli passati nei 400 km prima.
Le palme sono aumentate a dismisura ed il verde a perdita d’occhio ha una brillantezza nuova, ma come al solito il mare vince su tutto e l’arrivo a Dar es Salaam ci da presagio di vero relax vacanziero quando arriviamo nel backpackers in cui passeremo due notti, é bastata un occhiata alla spiaggia per capirlo.
La struttura lascia a desiderare, ma visto dove abbiamo dormito nella maggior parte delle volte e visti che la nostra “banda” (casetta rialzata in legno con due materassi in terra) si trova sulla spiaggia, non chiediamo niente di piú.
Una leggera brezza si alza e vi salutiamo per andare a goderci il mare pronti tra poco per andare ad esplorare Dar (cosi la chiamano i locali, Dar).
Siamo vicini siamo vicini siamo viciniiiiii e stasera festeggeremo il superamento di 5000 km..ragazzi siamo vicini!

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